Primo anno produzione: 1925
Proprietà: famiglie Tommasi e Paternoster
Enologo: Giancarlo Tommasi e Fabio Mecca
Conduzione: Biologico Certificato
Bottiglie prodotte: 130.000
Ettari: 20,00
Indirizzo: dalla A16 Bari-Napoli, uscire a Candela, imboccare la superstrada per Potenza e uscire a Barile.
Non si può parlare della Basilicata del vino senza citare Paternoster. I nomi di Don Anselmo e di Giuseppe Paternoster hanno scritto alcune tra le pagine più interessanti dell’enologia italiana, dedicandole all’Aglianico del Vulture. Al loro impegno si deve il fatto che quest’uva sia finalmente uscita allo scoperto e si sia imposta all’attenzione del grande pubblico, sdoganandosi da un ruolo di mero rinforzo dei vini del nord che gli stava, francamente, molto stretto. Anche se dal 2016 la Tommasi Family Estates ha acquisito la maggioranza della proprietà, i Paternoster continuano ad essere strettamente associati a questi vini e a queste terre, continuando a condurne e a supervisionarne la produzione. L’azienda conta venti ettari di terreno, sparpagliati in varie zone del comune di Barile, e due cantine. La prima, collocata all’interno del podere Villa Rotonda, viene utilizzata fino allo svolgimento della fermentazione malolattica, l’altra, ubicata nel centro storico del paese, è utilizzata per le fasi d’invecchiamento successive. Inutile sottolineare che tutti i vini hanno una grazia e di una territorialità particolari, che rimane costante anno dopo anno. Ciò che ci ha colpiti, anche stavolta, è la magia di un grande Aglianico del Vulture, il Don Anselmo, un vino la cui qualità assoluta è sotto gli occhi di tutti.